IL MOMENTO DELLA DIMISSIONE: STRESS e FATICA NEL FAMILIARE
Il rientro al domicilio dopo un ricovero riabilitativo è un momento delicato e spesso sottovalutato.
Il paziente, magari dopo un lungo ricovero in un reparto riabilitativo, è spesso impaziente di tornare a casa.
Il familiare invece, pur avendo voglia di tornare alla “normalità”, è spesso molto spaventato: teme di non saper gestire le esigenze del proprio caro da solo, si è trovato di fronte alla necessità impellente di scegliere se fare o no la richiesta di invalidità per ottenere gli ausili necessari al momento del rientro (letto, carrozzina, deambulatore, maniglie…), magari ha anche dovuto modificare in fretta la propria casa per renderla agibile alla carrozzina… Inoltre la routine famigliare sarà completamente sconvolta e sarà necessario riorganizzare la vita famigliare: può stare da solo? Ha bisogno di supervisione o serve assistenza h24? Come farò ad andare al lavoro? Lui/lei potrà tornare al lavoro? Potrà guidare?
A volte il paziente stesso può rendersi davvero conto delle proprie difficoltà solo una volta rientrato a casa. Può accorgersi che non è in grado di riprendere immediatamente il proprio ruolo nella famiglia, che si stanca più facilmente di quanto credeva, che quei momenti di vuoto che non passavano mai quando era ricoverato forse gli servivano più di quanto pensava… il rientro nella quotidianità può rendere più evidenti i propri deficit; e va da sé che un aumento della consapevolezza di malattia comporta una deflessione del tono dell’umore (depressione, ansia).
Queste preoccupazioni ed incombenze, oltre al carico emotivo e mentale, spesso vengono caricate su una sola persona. Nella maggior parte dei casi il caregiver principale (cioè chi si prende cura) è il coniuge, soprattutto donna, (oppure un fratello, un figlio, un genitore…).
Le relazioni tra marito e moglie sono quelle che vengono maggiormente sconvolte e spesso, proprio a causa del carico eccessivo di lavoro riversato su una sola persona e della solitudine emotiva in cui ci si trova, il matrimonio finisce. Il coniuge è infatti la persona che più spesso va incontro al burn out (al punto di crisi, al punto di non ritorno) in quanto il ruolo di accudimento richiesto nella nuova realtà è più tipico della relazione genitore-figlio rispetto a quella tra compagni. In generale le donne possono andare incontro più spesso ad elevati livelli di ansia e depressione mentre negli uomini, in genere, l’estrema fatica si traduce in agitazione ed insopportazione.
ALLEVIARE IL CARICO DEL CAREGIVER
La causa primaria di queste difficoltà è proprio il continuo sforzo che consegue al mettere sempre al primo posto le necessità del malato rispetto alle proprie e la percezione di non ricevere supporto e comprensione per i sacrifici e la fatica. Il livello di stress e di insoddisfazione è infatti maggiore nelle famiglie in cui c’è poco supporto sociale.
- Suddivisione dei compiti tra I membri della famiglia: il caregiver primario è la persona che si occupa maggiormente del paziente, ma gli altri componenti del nucleo famigliare o amici stretti possono accollarsi altri piccoli compiti così da sgravare il caregiver primario.
- La possibilità di avere un po’ di tempo libero durante la giornata (idealmente 1 o 2 ore al giorno ma si fa quel che si può) per occuparsi di sé stesso comporta una notevole riduzione dello stress.
- Dedicare una quantità di tempo ingente della propria vita alla cura di un’altra persona non è facile: il caregiver merita rispetto e supporto.
- Chiedere aiuto: a volte siamo così bravi ad accollarci le necessità di tutti che insegniamo agli altri che noi ce la facciamo, sempre. Impariamo a chiedere aiuto, agli amici o a un professionista.
- L’aiuto di un professionista: qualcuno che si prende cura del familiare, con cui parlare delle difficoltà quotidiane e cercare di comprendere meglio quello che accade e che si prova.
Bibliografia
- Qadeer A, Khalid U, Amin M, et al. (August 21, 2017) Caregiver’s Burden of the Patients With Traumatic Brain Injury. Cureus 9(8): e1590. DOI 10.7759/cureus.1590.
- Blake H: Caregiver stress in traumatic brain injury . Int J Ther Rehabil. 2013, 263–71.