Tra i disturbi del sonno troviamo:
- difficoltà nell’addormentamento,
- risvegli frequenti e/o precoci,
- sonno percepito come non ristoratore e
- conseguenti disagi durante il giorno come disturbi dell’umore, fatica, sonnolenza, difficoltà di memoria ed attenzione…
Attualmente il National Institute of Health (State of Science Conference Statement, 2005) stima che circa il 10% della popolazione generale soffra di un disturbo del sonno.
Il rimedio più comune è l’assunzione di tisane rilassanti, integratori, ansiolitici, ipnoinducenti e sonniferi con risultati purtroppo non sempre soddisfacenti e non risolutivi.
L’American Academy of Sleep Medicine (AASM) individua come trattamento d’elezione non farmacologico per l’insonnia il Trattamento Cognitivo Comportamentale -Protocollo CBT-I.
Si tratta di un intervento psicologico multicomponenziale che viene riconosciuto a livello internazionale come trattamento più efficace a lungo termine rispetto alla terapia farmacologica (Morin et al., 1999; Perlis et al., 2003; Morin et al., 2006).
Il protocollo CBT-I ha una durata di circa 8-10 sedute e si avvale di tecniche psicoeducative, comportamentali e cognitive per gestire l’addormentamento, i risvegli notturni, la preoccupazione relativa alla paura di non dormire, l’ansia da prestazione notturna.
Le sedute possono svolgersi individualmente o in gruppo.
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