Che un po’ di attività fisica faccia bene, ormai lo sappiamo!
E’ di recente apparso sulla rivista “Journal of Alzheimer’s desease” un ulteriore articolo scientifico che conferma l’ipotesi, ormai nota in letteratura, che l’attività fisica sia un fattore preventivo per la malattia di Alzheimer e il decadimento cognitivo in generale.
Come può aiutare l’attività fisica?
L’attività fisica riduce l’atrofia cerebrale cioè, letteralmente, la morte delle cellule del nostro cervello, processo a cui il cervello va incontro quando invecchia. Inoltre l’esercizio fisico sembra addirittura aumentare il volume dell’ippocampo anteriore (struttura cerebrale coinvolta nella memoria) del 2%.
Uno studio clinico del 2008 effettuato su persone che riportavano soggettivi disturbi di memoria ha riportato come un programma di esercizio fisico a casa della durata di 6 mesi riducesse il peggioramento dei sintomi a 18 mesi.
Nell’articolo apparso di recente sono state indagate le abitudini di 876 soggetti di età superiore a 65 anni e gli effetti sul volume cerebrale di attività come nuotare, andare in bicicletta, ballare, fare giardinaggio, camminare… I risultati sono in linea con quelli presenti in letteratura: il volume cerebrale (nelle regioni frontali, temporali, parietali e nel talamo e ippocampo) era maggiore nei soggetti che si muovevano di più. Inoltre, livelli elevati di calorie bruciate moderano la morte delle cellule cerebrali.
I risultati sono davvero incoraggianti! Ma, purtroppo, l’attività fisica diminuisce mano a mano che l’età avanza, proprio quando il rischio di sviluppare una malattia degenerativa aumenta! Numerosi studi ci confermano che uno stile di vita sedentario può addirittura essere un fattore di rischio per lo sviluppo della malattia di Alzheimer.
Perché?
Questo perché la sedentarietà è un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari e metaboliche (come il diabete, l’ipertensione, l’obesità), che a loro volta sono associate ad un maggior rischio di sviluppare una forma di demenza. Inoltre la mancanza di attività fisica sembra interferire su numerosi processi cerebrali, come la plasticità neurale e la riduzione della neurogenesi .
Cosa possiamo fare allora?
Fare una passeggiata, occuparsi del giardino, portare a spasso il cane, andare a piedi o in bicicletta invece che usare l'auto… sono piccole strategie che possono aiutarci a muoverci di più e migliorare il nostro stile di vita senza essere degli atleti!
Per chi vuole saperne di più:
"Longitudinal relationships between caloric expenditure and gray matter in the cardiovascular health study" Cyrus A. Raija et al., 2016. Journal of Alzheimer's desease", 52, 719-729